Caterina Leandri
Sono di Arezzo ma origini di Zurigo, ho terminato il bachelor nel 2018 e ho deciso di intraprendere, parallelamente al lavoro, un corso di alta formazione in Diagnostica applicata ai Beni Culturali promosso dall’Università di Roma Tre.

Cosa hai fatto dopo la laurea?
Ho subito iniziato a lavorare nel campo della conservazione e restauro di pitture murali prendendo parte a cantieri sia in Svizzera che in Italia. Ho collaborato, ad esempio, ai restauri nel monastero di San Giovanni a Müstair (Grigioni, Svizzera), sito UNESCO che conserva un importante ciclo di pitture murali medievali e ai restauri della villa romana nei sotterranei della Basilica di San Giovanni in Laterano (Città del Vaticano, Roma, Italia). Seguendo una mia grande passione ho poi deciso di intraprendere, parallelamente al lavoro, un corso di alta formazione in Diagnostica applicata ai Beni Culturali promosso dall’Università di Roma Tre. Ritengo che la formazione continua sia molto importante nel campo della conservazione, è essenziale aggiornarsi continuamente sui progressi scientifici e tecnologici.

Cosa stai facendo ora?
Attualmente collaboro ai restauri dei dipinti murali e delle decorazioni in stucco di un mausoleo pre-costantiniano della necropoli vaticana sotto la Basilica di San Pietro (Città del Vaticano, Roma, Italia) e prosegue da quattro anni la mia collaborazione ai lavori di restauro nel monastero di San Giovanni a Müstair.  In questo momento mi trovo in India, faccio parte di un team internazionale che si occupa della conservazione delle pitture murali nella regione del Rajasthan e di sensibilizzare la popolazione locale sull’importanza del patrimonio storico.

Cosa ricordi con piacere degli anni di studio?
Gli anni di studio mi hanno permesso di acquisire conoscenze ed esperienze professionali fondamentali. Ho fatto tesoro di quanto appreso durante gli stage esterni, sono occasioni uniche per sperimentare da vicino il mondo del lavoro. Gli stage mi hanno permesso di costruirmi una rete di contatti con diversi professionisti con i quali ho la fortuna di collaborare ancora oggi. Un aspetto che ho molto apprezzato è anche l’interdisciplinarità della formazione, la capacità di unire le materie umanistiche a quelle scientifiche e tecniche, un fattore importante che mi ha permesso di approfondire differenti ambiti professionali centrati su un unico obiettivo: la conservazione del nostro patrimonio culturale.
Grazie alla formazione ricevuta sono in grado di interagire con successo con il mondo del lavoro e posso contribuire a diffondere la disciplina della conservazione e del restauro.

Quali prospettive per il futuro?
Vorrei completare il mio percorso di studi con un master specialistico ed avere la possibilità di dare il mio contributo alla ricerca. Vorrei inoltre continuare ad accumulare esperienze lavorative in ambito internazionale per poter ampliare il mio bagaglio culturale, sperimentare nuove metodologie di intervento e studiare le differenti modalità di interazione dell’umanità con il proprio patrimonio storico.

Cosa consiglieresti a ragazzi/e interessati a seguire questo percorso di studi?
A chiunque voglia intraprendere questo percorso formativo consiglio di sfruttare ogni opportunità di contatto e interazione con il mondo del lavoro e di apprezzare le preziose nozioni ricevute per costruire un futuro solido e ricco di esperienze interessanti.

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