Valeria Malossa
Sono di Locarno e ho terminato il master nel 2013. Attualmente lavoro part-time alla Fondazione Museo Mecrì di Minusio.

Cosa hai fatto dopo la laurea?
Dopo la laurea mi sono messa quasi subito in proprio e ho collaborato con alcuni restauratori in progetti di grandi dimensioni. Nel 2015 ho ricevuto l’incarico a tempo pieno di redigere l’inventario della collezione della Città di Locarno e di riordinare i depositi d’arte. Durante gli anni al Museo mi sono occupata di conservare le opere della collezione, ho gestito i prestiti in uscita e in entrata, e ho allestito le mostre temporanee di Casa Rusca e la mostra permanente di Casorella. L’impiego a Casa Rusca mi ha permesso di creare una vasta rete di contatti con altre istituzioni o fondazioni, con i/le quali ho collaborato per progetti diversi ad esempio ho riordinato e inventariato un Archivio di dipinti privato e ho collaborato all’allestimento della mostra storica di Harald Szeeman presso il Monte Verità di Ascona. Contemporaneamente all’impiego presso i Servizi Culturali della Città di Locarno, ho eseguito interventi di conservazione e restauro su dipinti su tela, sculture policrome, soffitti decorati e qualche affresco come indipendente e ho eseguito una campagna diagnostica per la caratterizzazione dei materiali e l’identificazione del processo pittorico dell’artista Luigi Pericle, dalla quale ho pubblicato un articolo sul catalogo della mostra tenutasi a Venezia.

Cosa stai facendo ora?
Attualmente lavoro part-time alla Fondazione Museo Mecrì di Minusio, mi occupo del riordino e della conservazione dell’archivio e della collezione, gestisco i prestiti delle opere in entrata, coordino lo sviluppo e l’allestimento delle esposizioni. Il resto del tempo lo occupo come restauratrice e decoratrice indipendente e collaboro spesso con colleghi restauratori. Al momento sto collaborando al restauro dell’ancona della Chiesa di San Giovanni a Mendrisio, una scenografia componibile interamente dipinta su tela del 1700.

Cosa ricordi con piacere degli anni di studio?
Sicuramente la struttura dei semestri; la parte teorica alternata con laboratori e stage pratici svolti all'esterno della scuola hanno reso lo studio più interessante. Durante il master ho collaborato con musei e laboratori di restauro esterni alla scuola che mi hanno dato la possibilità di lavorare con persone e approcci diversi. Ricordo con piacere il rapporto instaurato con alcuni docenti, con i quali ho continuato a lavorare anche dopo gli studi.

Quali prospettive per il futuro?
Mi ritengo piuttosto soddisfatta della mia attività professionale così impegnata su vari fronti, mi piacerebbe continuare con questa alternanza di lavori e di collaborazioni.

Cosa consiglieresti a ragazzi/e interessati a seguire questo percorso di studi?
Non è sicuramente facile inserirsi professionalmente, soprattutto nel Canton Ticino, ma non ci si deve scoraggiare. E’ fondamentale creare una buona rete di contatti con altri restauratori e aggiornarsi con corsi di formazione che aiutano, a loro volta, a sviluppare nuove relazioni o occasioni lavorative. E’ necessario fare nuove esperienze, avere il coraggio di spostarsi dalla propria area e continuare a migliorare.
 

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