La SUPSI assiste i paesi in via di sviluppo nella mitigazione dei pericoli naturali
06 dicembre 2016
SUPSI, Dipartimento ambiente costruzioni e design, Istituto scienze della Terra
Il progetto 4onse, guidato dall’Istituto scienze della Terra della SUPSI, specializzato nelle discipline rivolte alla salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse, permetterà ai paesi in via di sviluppo di costruire una rete di sensori di monitoraggio usando sistemi hardware-software e grandi quantità di dati completamente aperti.

L’uso delle tecnologie aperte porta ad un sistema facilmente riproducibile, a basso costo e privo di copyrights. Insieme ai partner dello Sri Lanka, del Pakistan e dell’Indonesia, la SUPSI svilupperà e testerà tutti gli elementi necessari per una vasta distribuzione di sensori di monitoraggio e software libero per aiutare i paesi in via di sviluppo a osservare l’andamento dei parametri ambientali e mettere in atto eventuali provvedimenti adeguati.

Da anni si sta assistendo a un significativo aumento di eventi estremi quali uragani, siccità e lunghi periodi di caldo o di gelo. Molti fenomeni, come per esempio piogge capaci di devastare interi territori oppure ondate di calore su tutti i continenti, passano tuttavia inosservati. Anche l’inquinamento sta diventando sempre più un problema globale e senza frontiere. In questa situazione i paesi in via di sviluppo, che in generale non hanno sistemi di monitoraggio e allarme per questi pericoli naturali, sono le regioni più vulnerabili e segnano il più alto numero di vittime.

In questi anni il progresso tecnologico sta vivendo una rivoluzione copernicana mettendo i cosiddetti strumenti “Open” alla base dell’infrastruttura informatica della nostra società. Così come i trasporti si basano sulle infrastrutture viarie, oggi il Web si basa su molti software Open Source. Questi software sono codici aperti che permettono a chiunque di utilizzarli, studiarli, modificarli e ridistribuirli liberamente, senza alcuna restrizione, se non quella di preservare le sue caratteristiche aperte. Come possono, però, questi strumenti aiutare i paesi in via di sviluppo a gestire eventi estremi che in seguito ai cambiamenti climatici sono sempre più frequenti?

Per rispondere a questa domanda, la SUPSI sta conducendo il progetto 4onse, finanziato dal Fondo Nazionale (SNSF) e dall’Agenzia per lo Sviluppo e Cooperazione (SDC) che mira a sperimentare un sistema di monitoraggio completamente aperto sia in termini di hardware, per misurare le grandezze fisiche, sia in termini di software, per archiviare ed analizzare i dati e i loro formati standard a garanzia dell’interoperabilità, della licenza d’uso e della loro accessibilità.
 
Il progetto 4onse ha lo scopo di supportare i paesi in via di sviluppo nella gestione degli eventi eccezionali, sviluppando un sistema di monitoraggio ambientale che osserva e registra lo stato di uno o più fenomeni ambientali, quali ad esempio le piogge, l’inquinamento o le portate dei fiumi.
Lo stato di questi fenomeni viene osservato tramite sensori che misurano e quantificano i parametri d’interesse. Questo sistema produce diversi vantaggi tra i quali la possibilità di mettere in atto tempi di reazione più brevi in caso di pericoli imminenti, la possibilità di comprendere meglio i fenomeni e di attuare una più saggia definizione delle strategie e delle politiche di gestione, la possibilità di valutare gli effetti delle decisioni politiche.

Per avere una visione ampia dello stato di un fenomeno d’interesse, è comune prassi istituire delle reti di sensori che ne misurano i valori in diversi punti del territorio. Questi valori sono misurati e trasmessi in formato digitale a una centrale operativa che li rende disponibili all’utilizzatore per supportare l’assunzione di decisioni e lo sviluppo di politiche di gestione. Tali sistemi sono convenzionalmente basati su tecnologie costose e non aperte e sono quindi poco diffusi nei paesi meno ricchi. Le tecnologie aperte e i sensori a basso costo costituiscono potenzialmente una soluzione alternativa della quale però si sa ancora poco in termini di affidabilità e qualità. L’obiettivo principale di questo progetto è contribuire a una migliore comprensione dei sistemi di monitoraggio basati su tecnologie aperte e a basso costo. Si svilupperà perciò un sistema basato su queste tecnologie che integri software libero (gratuito e modificabile liberamente), hardware aperto (non protetto da copyright), formati standard aperti (liberamente consultabili) e dati aperti (liberamente accessibili). Questo sistema sarà implementato e testato in un bacino dello Sri Lanka per ricavarne informazioni utili sulla qualità dei dati rilevati, sull’affidabilità del sistema, sulla sostenibilità della soluzione e sull’applicabilità delle informazioni in casi reali.
Il progetto 4onse consentirà di capire le potenzialità e le limitazioni di un sistema completamente aperto che potrebbe garantire una soluzione a basso costo, replicabile e sostenibile per il monitoraggio ambientale. Da queste informazioni possono però dipendere decisioni critiche (come ad esempio la gestione delle emergenze in caso di eventi naturali disastrosi), è importante perciò comprendere a fondo fino a che punto questo sistema sia valido per individuare eventuali aspetti che necessitano di ulteriore ricerca e sviluppo per offrire un sistema che contribuisca validamente a migliorare la vita della popolazione.

Per informazioni:
Massimiliano Cannata
058 666 62 14
massimiliano.cannata@supsi.ch
www.4onse.ch

 

Contatti
st.wwwsupsi@supsi.ch