I marmi romani
05 novembre 2019
SUPSI, Dipartimento ambiente costruzioni e design, Campus Trevano, Blocco C, Aula 102, ore 16:45
Nella sua conferenza del 5 novembre 2019, alle ore 16:45, presso l'Aula 102 (Blocco C) del Campus Trevano SUPSI, Francesco Crocenzi parlerà dei marmi romani soffermandosi sulla loro provenienza e classificazione e sul loro uso e riuso da Giulio Cesare fino alle soglie del XX secolo. La conferenza è organizzata dal Corso di laurea in Conservazione e restauro SUPSI.

Nella stessa occasione presenterà anche il volume “Manuale dei Marmi Romani Antichi”, che è la riedizione da lui curata e tradotta dell’”Handbook of Ancient Roman Marbles” di Henry William Pullen, pubblicato nel 1894.

Si tratta del più completo catalogo dei marmi antichi presenti a Roma, con la descrizione di 861 varietà di pietre decorative e l’esatta indicazione degli oltre duecento luoghi della città in cui si trovano. Crocenzi ha verificato i luoghi menzionati da Pullen e i materiali in essi presenti, ha completamente illustrato l’opera con più di settecento foto a colori ed ha aggiornato l’opera originale con un robusto capitolo introduttivo.

Il Manuale è un compagno insostituibile per chi vuole trovare e ammirare i meravigliosi materiali estratti e messi in opera dai Romani in tutto l’Impero per mezzo di un apparato tecnico, logistico ed amministrativo senza precedenti, che ci permette di leggere anche oggi queste bellissime cartoline di pietra arrivate dal passato.

La conferenza di terrà il 5 novembre 2019, ore 16:45, presso l'Aula 102 (Blocco C) del Campus Trevano SUPSI.

Francesco Crocenzi

è un avvocato specialista in diritto finanziario che lavora tra Lugano, Milano e Londra. Tra una quotazione e un’altra coltiva (non troppo segretamente) una grande passione per le pietre antiche, che lo ha portato a scrivere il Manuale dei Marmi Romani Antichi e a scoprire in Francia, Tunisia e anche qui in Ticino la provenienza di alcuni materiali usati dai romani di cui si erano perse le tracce. Crocenzi è il continuatore di quell’inspiegabile connubio tra professione forense e studio dei marmi proprio dei suoi ispiratori del XIX secolo, Faustino Corsi e i fratelli Tommaso e Francesco Belli, tutti avvocati e folgorati dalle “stupende reliquie dell’antica magnificenza” (Francesco Belli), appunto, le pietre romane.

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