Stufetta di Diana e Atteone, Fontanellato. Intervento di restauro
08 aprile 2019
SUPSI, Dipartimento ambiente costruzioni e design, Aula C101, Campus Trevano SUPSI, ore 16:30
Il Corso di laurea in Conservazione e restauro della SUPSI ospita un conferenza di Fabrizio Bandini che tratterà dell’intervento di restauro operato sulla Stufetta di Diana e Atteone, dipinto dal Parmigianino nel 1523-24. L’appuntamento è fissato per lunedì 8 aprile 2019, alle ore 16:30 presso l’Aula C101 del Campus Trevano SUPSI a Canobbio.

Il ciclo pittorico, con scene che rappresentano il Mito di Diana e Atteone, fu dipinto da Parmigianino nel 1523-1524 per il Conte Galeazzo Sanvitale e sua moglie, Paola Gonzaga, all’interno di una piccola sala della Rocca di Fontanellato. Le pitture rivestono tutte le piccole lunette e l’intera volta della sala. La pittura fu realizzata da Parmigianino principalmente con la tecnica dell’affresco, integrate da estese finiture a secco servite soprattutto per l’esecuzione del fogliame e dei fiori del pergolato dipinto sulla volta. L’intervento di restauro, compiuto dal settore pitture murali dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, fu realizzato negli anni 1997/98. La fonte principale del degrado che l’opera ha subito nel corso del tempo è senza dubbio da identificare nell’infiltrazione di acqua piovana avvenuta nella parete esterna, soprattutto in prossimità del piano della merlatura; questa infiltrazione, che ha interessato quasi metà della pittura, ha provocato la caduta di molte parti dipinte a secco e l’inquina-mento degl’intonaci con la presenza di sali solubili. I distacchi tra gli strati d’intonaco, che riguardano principalmente la volta, sono stati favoriti oltre che dalle cause precedentemente dette da un intonachino particolarmente “grasso” e molto fessurato. Il Paraloid B72, applicato dal restauratore Pasqui durante il suo intervento avvenuto nel 1964/67, sotto l’azione dei sali e dell’umidità ha contribuito a provocare alterazioni cromatiche (imbianchimenti, lucentezze) su un po’ tutta la pittura. Sempre al Pasqui si devono alcuni stacchi di porzioni dell’intonaco della volta, evidentemente particolarmente allentato, e lo strappo di una gran parte della lunetta rappresentante Atteone sbranato dai suoi cani.

Fabrizio Bandini
ha iniziato la sua attività di restauratore di pitture murali nel 1973 entrando a fare parte dell’equipe diretta dal celebre restauratore Dino Dini con cui ha collaborato fino al 1977. Durante questo periodo ha partecipato, fra gli altri, ai restauri del Cenacolo di Andrea del Sarto nel Convento di San Salvi a Firenze e alla riscoperta dei disegni di Michelangelo venuti in luce in un ambiente della Sagrestia Nuova della Chiesa di San Lorenzo a Firenze. Nel 1977 entra a far parte del settore di restauro delle pitture murali dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. All’interno di questo Istituto, oltre a partecipare a numerosi e importanti cantieri di restauro di pitture murali, ha svolto attività di docenza di restauro di pitture murali nella Scuola di Alta Formazione dello stesso Istituto. Ha partecipato a numerose consulenze e convegni inerenti il restauro delle pitture murali in Italia e all’estero. Dopo il pensionamento avvenuto alla fine del 2015 continua a svolgere attività di restauro e consulenza.

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