Lo studio dell’efficacia della lana di legno sarà valutato quantitativamente mediante l’utilizzo di riprese laser terrestri, in grado di quantificare lo sviluppo dello stato vegetativo su differenti tipi di materiale utilizzato.
Per questo progetto, si intende applicare il prodotto in 30 siti test nei cantoni Ticino, Grigioni e San Gallo per una superficie totale di oltre 30'000 m2.
L’area instabile viene rivestita con una stuoia di legno su cui si seminano essenze di provenienza locale che mostrano più successo nella crescita. La stuoia protegge il terreno dagli agenti fisici mentre il degrado nel tempo del legno offre un substrato umido e ricco di materia fertile per la crescita di nuova vegetazione provvedendo così a una stabilizzazione e rinaturalizzazione dell’area.
La lana di legno rappresenta un materiale naturale di provenienza locale, è un prodotto ecologico e biodegradabile al 100%. L’utilizzo di lana di legno si colloca in un ciclo di produzione chiuso col vantaggio di supportare, nel futuro, economie locali di montagna.
La protezione contro l'erosione mediante lana di legno è un metodo conosciuto e molto diffuso negli Stati Uniti. In Svizzera, al contrario, la lana di legno, già impiegata da molto tempo in agricoltura, è stata sostituita da materiali sintetici o da fibre naturali importate come cocco e juta. Il processo di produzione della lana di legno è molto curioso e affascinante: i tronchi di legno invecchiato vengono letteralmente grattugiati e la fibra ottenuta è tessuta con speciali telai.
Holwol potrebbe dare vita ad altri progetti soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo della lana di legno in altri settori come la difesa degli alvei dei fiumi o il drenaggio di scarpate nell’ambito dei cantieri edili.
Questa ricerca applicata è svolta dalla SUPSI in collaborazione con l’HTW di Coira (che è leader di progetto). Il team SUPSI è composto dal responsabile Christian Ambrosi, da Manuel Lüscher (responsabile del Corso di laurea in Ingegneria civile) e da Cristian Scapozza. Per quanto concerne HTW il team è composto dal professor Imad Lifa (responsabile del progetto), da Michel Heimgartner e Sascha Dosch.
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