Il linguaggio non è immutabile: evolve con il tempo, riflette i nostri valori e l'organizzazione della società. Per questo motivo il Servizio promuove una comunicazione attenta alle differenze.
L’evoluzione delle parole attente al genere e alle (dis)abilità
Nel corso degli anni si sono sviluppati nuovi termini, si pensi ad esempio a "ingegnera" o "infermiere", un tempo utilizzati unicamente al maschile ("ingegnere") e al femminile ("infermiera") per il semplice motivo che non esistevano donne o uomini che svolgevano queste professioni. Sono inoltre evolute le terminologie per designare le persone con disabilità, che sono state fortemente condizionate dall’evoluzione dei modelli interpretativi delle situazioni di handicap.
Il linguaggio veicola dei messaggi
Utilizzare un linguaggio attento alle differenze, significa dare un chiaro segnale che tutte le professioni e tutte le funzioni possono essere esercitate e ricoperte indipendentemente dal genere e ogni qualvolta ci si riferisce alle persone con disabilità, riservata la specifica terminologia di settore (medico, assicurativo, eccetera), è opportuno anteporre il soggetto alla disabilità stessa, cercando di evitare l’uso generalizzato di concetti ormai abusati, e comunque delicati, come “diversamente abile” o “portatore di handicap”.
Il linguaggio veicola dei messaggi ed è quindi opportuno utilizzarlo consapevolmente.
Le checklist e raccomandazioni
Il Servizio Gender e Diversity SUPSI promuove una comunicazione attenta alle differenze anche producendo documenti come checklist o raccomandazioni.
Sono state finora prodotte:
- una checklist per redigere documenti tenendo conto del genere femminile e del genere maschile
- una checklist per illustrare documenti tenendo conto del genere femminile e del genere maschile;
- delle raccomandazioni per un linguaggio attento alla persona (con disabilità);
- una raccolta di domande frequenti sulla comunicazione attenta alle differenze.