Il settore dell’intelligenza artificiale è cresciuto esponenzialmente negli ultimi decenni e domina ora in ogni strumento e ambito della nostra vita quotidiana e professionale. Alessandro Giusti, ricercatore senior presso l’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (IDSIA USI-SUPSI) ha approfondito questo tema in un’intervista pubblicata da Il Corriere del Ticino il 3 marzo 2021.
Il dibattito sull’intelligenza artificiale e sulle sue applicazioni, soprattutto da un punto di vista etico, è molto acceso e ben lungi dall’essere risolto. Uno dei temi più controversi riguarda l’impatto dell’IA sulla disoccupazione. «È probabile che scompaiano alcuni mestieri, come del resto il computer ha fatto scomparire molti lavori. Però ogni innovazione ha anche creato figure professionali più qualificate, per gestire i nuovi strumenti» ha spiegato Giusti.
Rispetto al possibile sviluppo di sentimenti da parte delle macchine, invece, il ricercatore ha così commentato: «L’autocoscienza dei computer è un problema aperto, che investe aspetti etici e su cui ci sono tante opinioni diverse. A oggi posso dire che non esista un’intelligenza artificiale in grado di provare emozioni, nel senso in cui le intendiamo noi».
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