Linda Caverzaghi
L. Caverzaghi - Fermarsi mai
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Linda Caverzaghi è un’architetta attiva sia come indipendente sia presso uno studio di terzi. Formatasi presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, crede fortemente nella formazione continua, strumento di crescita fondamentale in un settore in continua evoluzione.
Chi è Linda Caverzaghi?
Sono un’architetta di 36 anni: mi sento giovane e dinamica e vorrei che la mia anagrafica recitasse un’altra cifra (il numero 30 mi piacerebbe maggiormente)! Pratico sport regolarmente, importante valvola di sfogo per lo stress, sono una persona positiva che cerca di affrontare la vita con entusiasmo e non mi tiro mai indietro… spesso però mi dimentico di avere solo due mani!
Qual è stato il suo percorso formativo e professionale?
Dopo il liceo scientifico, ho studiato all’Accademia di Mendrisio, dove mi sono diplomata nel 2011. Già durante la formazione ho svolto uno stage e collaborazioni in vari studi, e da lì non ho mai smesso di lavorare! Dal 2019 sono prevalentemente attiva presso uno studio privato nonostante svolga ancora alcune attività nel campo della progettazione come indipendente.
L’università: un punto di arrivo?
Per natura, sono sempre in cerca di nuovi stimoli: l’idea di fermarmi, di rinunciare al cambiamento ed accontentarmi, mi spaventa. Dopo aver iniziato a lavorare, mi sono resa conto che l’università era solo il primo step di un percorso formativo che non avrebbe mai avuto termine. Il mondo delle costruzioni e dell’architettura è infinito, ha mille sfaccettature ed è in continua evoluzione: questo è forse l’aspetto più bello ma anche più impegnativo del lavoro che amo. Dal 2012 ho quindi iniziato a investire nella mia formazione continua: ho seguito oltre una decina di corsi presso enti e istituzioni formative del settore; l’ultimo in ordine cronologico è il CAS Risanamento e investimento immobiliare presso la SUPSI.
Come riesce a conciliare professione, vita privata e formazione?
Vi sono periodi in cui ho difficoltà a gestire il mio duplice ruolo, di dipendente e indipendente, con la vita privata: vorrei che le giornate fossero di 30 ore e le settimane di 9 giorni per riuscire a fare tutto e bene. La realtà è purtroppo diversa e, come credo chiunque, cerco di gestire di volta in volta ogni evento breve o duraturo non programmato che si presenta, riorganizzandomi sempre e non sempre purtroppo riuscendovi.
Pensando alla formazione, la pandemia ha generato un cambiamento positivo: non posso che apprezzare l’incremento della modalità a distanza e la flessibilità che concedono questi metodi di insegnamento.
Progetti futuri?
Essere felice e soddisfatta di quello che faccio, su ogni fronte. La professione che svolgo è stata la migliore scelta che potessi fare in vita mia. Porterò avanti la formazione continua, linfa vitale per la mia mente e la mia professione. Confido anche di trovare più equilibrio tra vita privata e lavoro, così da poter coltivare maggiormente e dedicare il giusto tempo ad altre attività e soprattutto agli amici, ai parenti e al desiderio di una famiglia.