Le idee di progetto sono fatte di seta, istruzioni per l’uso fondate su teoria e prassi
16 marzo 2015
SUPSI, Dipartimento ambiente costruzioni e design, Aula Magna, Campus Trevano, data da definire
Conferenza rimandata. Il Ciclo di conferenze organizzato dal Corso di laurea in Architettura d’interni "Come nasce un progetto?" si conclude con un intervento di Fabio Reinhart dal titolo "Le idee di progetto sono fate di seta, istruzioni per l’uso fondate su teoria e prassi". La conferenza si terrà in data da definire, presso l'Aula Magna del Campus Trevano SUPSI.

Parlare di architettura consiste spesso nel commentare a posteriori un oggetto realizzato, concluso, dando per acquisito o implicito un processo di sintesi complesso, in cui convivono razionalità e sensibilità,  empirismo e speculazione. Alcuni lo chiamano “Idea di progetto”, altri “Concetto”, altri ancora “Concept” nella sua versione anglosassone, a volerlo distinguere  e sottolinearne la  peculiarità. O forse sono tre cose diverse.
Questo breve ciclo di conferenze propone di sondare questi processi, osservando da “dietro le quinte”  3 modelli metodologici, 3 scuole di pensiero, che hanno influenzato in modo decisivo il modo di progettare dagli anni Settanta ad oggi in Europa e nel mondo.

Le conferenze, introdotte da Luca Conti, docente del Corso di laurea in Architettura d’interni, sono aperte al pubblico.


Programma

DATA DA DEFINIRE - Aula Magna, Campus Trevano SUPSI
Fabio Reinhart
Le idee di progetto sono fatte di seta
istruzioni per l’uso fondate su teoria e prassi

 

Per informazioni

Architetto Luca Conti
Docente Corso di laurea in Architettura d’interni
Campus Trevano

CH-6952 Canobbio
T +41 (0)58 666 6323

luca.conti@supsi.ch

Fabio Reinhart

Architetto, docente, nato a Bellinzona nel 1942.
Esponente di rilievo dell’architettura del Canton Ticino di fine secolo, la cui assoluta estraneità alla “architettura ticinese” è stata al tempo stesso privilegio guadagnato con indipendenza di giudizio e condanna a mortificate possibilità di edificare e operare.
Ormai pensionato della SUPSI, persegue ancora con rarefatta attività progettuale e didattica il disegno di un’architettura civile intesa quale critica operativa: un’architettura aperta senza pregiudizi al dibattito contemporaneo, ma radicata nella realtà fisica e culturale del luogo in cui si colloca; un’architettura che, privilegiando la continuità, non cancella, ma si sovrappone alle testimonianze del passato.

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