Il MEMTi studia la produzione di carburanti sintetici
07 febbraio 2023
L’Istituto di ingegneria meccanica e tecnologia dei materiali (MEMTi) contribuisce a un progetto di ricerca per la trasformazione di anidride carbonica e acqua presenti nell’aria in un idrocarburo tramite la luce solare. Il tema è stato approfondito in un articolo di Ticino Scienza.

Sempre più aziende si stanno interessando ai gas sintetici, prodotti a partire dalla trasformazione di anidride carbonica (CO2) e acqua (H2O) attraverso la luce solare. Tra di esse si posiziona anche la ticinese Synhelion, spin-off del Politecnico federale di Zurigo (ETH), con cui collabora l’Istituto di ingegneria meccanica e tecnologia dei materiali (MEMTi) del Dipartimento tecnologie innovative.

«I carburanti sintetici si studiano dagli anni venti del secolo scorso – commenta il Prof. Maurizio Barbato, Direttore ad interim del MEMTi – Sono un filone estremamente interessante, perché puntano a un bilancio ambientale zero: catturano dall’atmosfera l’anidride carbonica necessaria per la loro produzione senza immetterne di nuova».

La sostenibilità di questi carburanti li rende quindi particolarmente vantaggiosi, sebbene ad oggi la loro produzione sia ancora molto limitata a causa dei costi elevati.

Synhelion sta attualmente testando un impianto prototipo in Germania, presso il Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt. Attraverso una superficie di 1500m2 di specchi orientabili, l’energia solare viene riflessa contro un “ricevitore” situato su una torre al centro della distesa con lo scopo di fornire calore ad altissima temperatura (1200°C e più) per alimentare i processi termochimici di produzione del carburante sintetico.

«Il caso di Synhelion è particolarmente interessante perché sono riusciti, primi al mondo, ad arrivare a temperature che non erano mai state raggiunte con dei ricevitori solari – continua il professore. – Inoltre, il fatto che oggi abbiano a disposizione un progetto pilota li pone in un grande vantaggio competitivo».

E proprio il cuore dell’impianto, il ricevitore solare, è stato costruito in collaborazione con il gruppo di Barbato: «Ci siamo occupati degli aspetti di fluidodinamica e termodinamica, fornendo loro una serie di dati tecnici necessari per la progettazione del ricevitore. Anche questo progetto di ricerca è stato finanziato dall’Ufficio federale per l’energia».

Articolo completo:

Contatti
st.wwwsupsi@supsi.ch