Daniel Mohorovic
D. Mohorovic - Mettersi in gioco, oltre gli scetticismi
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Daniel è sposato e padre di tre figli. Dopo aver conseguito un Master in Scienze della comunicazione e aver lavorato per una multinazionale, ha deciso di cambiare percorso, intraprendendo dapprima uno stage in un asilo nido e poi il Bachelor in Lavoro sociale.
Qual è stata la molla che ha fatto scattare l’interesse per le professioni sociali e la necessità di riqualificarsi?
Più che di molla – oppure scintilla – parlerei di un lungo processo di crescita e maturazione che, al momento giusto, mi ha spinto a lasciare una strada con poche prospettive e mettermi così in gioco in un ambito completamente nuovo e altamente sfidante. Non è stata una decisione presa a cuor leggero, ma oggi, con il senno di poi e con il diploma in tasca, mi sento di dire che rifarei tutto.
Ti sei mai imbattuto in pregiudizi dettati da stereotipi che vedono la tua formazione come più adatta a un pubblico femminile?
Quando mi sedevo in classe, anche a colpo d’occhio era evidente come le compagne fossero molto più numerose dei compagni, ma in realtà non mi sono mai imbattutto in veri e propri pregiudizi legati al tipo di formazione scelta. Ho percepito invece parecchio scetticismo rispetto alla struttura famigliare che mi ha permesso di tornare a studiare: mia moglie è stata la capofamiglia – nel senso di breadwinner – per più di 5 anni. “Sei un uomo: devi lavorare!” è la frase che riassume meglio il punto di vista di chi non riusciva a concepire l’idea di un uomo che fa il bucato, cucina, accompagna i bambini all’asilo e così via. Il lavoro a casa è importante tanto quanto quello retribuito e non importa chi lo svolge, ma importa che sia equilibrato e ben distribuito tra i partner.
Come sei riuscito a conciliare la tua formazione con gli impegni familiari e/o professionali?
L’opzione part-time permette di pianificare al meglio il proprio percorso formativo. Ci sono sicuramente periodi molto carichi e stressanti durante l’anno accademico ma, per contro, mi sono goduto la grande flessibilità e i momenti liberi che ho dedicato alla famiglia e a me stesso.
Guardando al tuo futuro professionale, ti piacerebbe lavorare a tempo parziale o secondo altri modelli di lavoro flessibili?
Mi sono ripromesso tempo fa, quando i bambini erano piccoli, di non lavorare mai più al 100% e spero di avere le opportunità giuste per poterlo fare. Oltre all’aspetto economico, c’è molto altro da considerare quando si ha la possibilità di decidere che lavoro fare. Chi pensa unicamente allo stipendio rischia brutte sorprese!