Insetti a tavola? Cambio idea grazie alla realtà virtuale
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Come promuovere il cibo di insetti tra i giovani? Ne abbiamo parlato con Monica Mendini, docente-ricercatrice al Centro competenze management e imprenditorialità SUPSI.
I prodotti alimentari a base di insetti sono un’alternativa promettente al consumo di carne o pesce. Forniscono proteine e acidi grassi di qualità e da un punto di vista ambientale la loro coltivazione ha un impatto minore rispetto agli allevamenti di bovini o pollame. In un periodo storico dove è sempre più percepita la necessità di adottare stili di vita sostenibili, anche pratiche alimentari come l’entomofagia (dal greco “mangiare insetti”) possono essere una soluzione. Nei paesi occidentali, Svizzera compresa, da un paio di anni sono comparsi sugli scaffali dei supermercati e nei menù di ristoranti cibi a base di insetti, ma nonostante i buoni argomenti a favore del loro consumo la popolazione fatica a inserirli nella propria dieta. Ne abbiamo parlato con Monica Mendini, docente-ricercatrice al Centro competenze management e imprenditorialità SUPSI a capo di un progetto finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica: Food Design Thinking and Virtual Reality in Entomophagy - Improving Health and Well-Being in Western Society through the Promotion of Insect-Based Food.
Cosa ostacola nei paesi occidentali il consumo di cibo a base di insetti?
Esistono certamente barriere culturali, anche relazionate a patrimoni culinari ben radicati in ogni nazione. I consumatori sono frenati da quella che in ambito alimentare viene chiamata neofobia, che nel caso degli insetti, in Occidente, si traduce in un vero e proprio senso di disgusto; al contrario, come tutti sappiamo, in Asia è del tutto normale cibarsene in quanto gli insetti costituiscono una componente intrinseca della loro cucina. In Europa, dal momento che si tratta di un cibo non convenzionale, a cui non siamo stati mai abituati, le persone ne hanno paura o nel migliore dei casi sono diffidenti. Assaggiare insetti è poi spesso correlato a una dimostrazione di coraggio, come possiamo vedere in alcuni reality show. C’è anche una percezione mal fondata riguardo alla sicurezza alimentare, spesso distorta dalle immagini dello street food asiatico che mostra insetti fritti venduti per strada preparati in scarse condizioni igieniche. Ancora, un’altra barriera è il prezzo, che oggi resta alto per questi prodotti.
Nonostante la barriera culturale dell’Occidente, si inizia a scorgere il potenziale, anche economico, di una commercializzazione di cibo a base di insetti.
In Svizzera ci sono realtà come Essento e Gourmets Bugs che commerciano hamburger a base di grilli o barrette proteiche per sportivi, che proprio in virtù dell’alto valore proteico si prestano bene allo scopo sportivo, così come ristoranti, anche stellati, che iniziano a inserire nei loro menù proposte culinarie di questo tipo. Ad una recente apertura di un ristorante a Milano che vendeva hamburger a base di farina di grilli, al momento del lancio si è registrata la fila di curiosi attratti dalla novità. Ecco, il fattore esperienza e curiosità incide; si tratta di capire se oltre a questo si può consolidare un’abitudine con vantaggi per il benessere e l’ambiente. La visione morfologica dell’insetto in quanto tale spaventa ancora, ma se questo viene presentato sotto altre forme diventa più appetibile. Del resto, non siamo del tutto estranei agli insetti nella nostra alimentazione: per anni si è fatto ricorso alla cocciniglia per estrarre il colorante usato, ad esempio, nella colorazione di aperitivi rossi, solo che noi consumatori molto spesso non ne siamo a conoscenza.
Nel 2021 è stato avviato il progetto Food Design Thinking e realtà virtuale nell’entomofagia.
L’obiettivo era capire come promuovere il cibo a base di insetti tra i giovani, in particolare tra quelli della Generazione Z, di solito più propensi a empatizzare con queste novità. In una prima fase abbiamo condotto una serie di interviste ad esperti del settore: aziende, coltivatori, ma anche associazioni di consumatori e influencer. Un approccio di tipo misto che ha evidenziato le barriere al consumo e come sul tema venga fatta poca comunicazione, per lo più superficiale e strumentalizzata. Da qui l'importanza di una corretta informazione sui vantaggi e i benefici di questo nuovo cibo alternativo per aumentare la conoscenza di questi cibi e la disponibilità a consumare alimenti a base di insetti. Oltre a ciò, le risposte suggerivano anche il ricorso a canali esperienziali come il gaming e la realtà virtuale.
Cosa ostacola nei paesi occidentali il consumo di cibo a base di insetti?
Esistono certamente barriere culturali, anche relazionate a patrimoni culinari ben radicati in ogni nazione. I consumatori sono frenati da quella che in ambito alimentare viene chiamata neofobia, che nel caso degli insetti, in Occidente, si traduce in un vero e proprio senso di disgusto; al contrario, come tutti sappiamo, in Asia è del tutto normale cibarsene in quanto gli insetti costituiscono una componente intrinseca della loro cucina. In Europa, dal momento che si tratta di un cibo non convenzionale, a cui non siamo stati mai abituati, le persone ne hanno paura o nel migliore dei casi sono diffidenti. Assaggiare insetti è poi spesso correlato a una dimostrazione di coraggio, come possiamo vedere in alcuni reality show. C’è anche una percezione mal fondata riguardo alla sicurezza alimentare, spesso distorta dalle immagini dello street food asiatico che mostra insetti fritti venduti per strada preparati in scarse condizioni igieniche. Ancora, un’altra barriera è il prezzo, che oggi resta alto per questi prodotti.
Nonostante la barriera culturale dell’Occidente, si inizia a scorgere il potenziale, anche economico, di una commercializzazione di cibo a base di insetti.
In Svizzera ci sono realtà come Essento e Gourmets Bugs che commerciano hamburger a base di grilli o barrette proteiche per sportivi, che proprio in virtù dell’alto valore proteico si prestano bene allo scopo sportivo, così come ristoranti, anche stellati, che iniziano a inserire nei loro menù proposte culinarie di questo tipo. Ad una recente apertura di un ristorante a Milano che vendeva hamburger a base di farina di grilli, al momento del lancio si è registrata la fila di curiosi attratti dalla novità. Ecco, il fattore esperienza e curiosità incide; si tratta di capire se oltre a questo si può consolidare un’abitudine con vantaggi per il benessere e l’ambiente. La visione morfologica dell’insetto in quanto tale spaventa ancora, ma se questo viene presentato sotto altre forme diventa più appetibile. Del resto, non siamo del tutto estranei agli insetti nella nostra alimentazione: per anni si è fatto ricorso alla cocciniglia per estrarre il colorante usato, ad esempio, nella colorazione di aperitivi rossi, solo che noi consumatori molto spesso non ne siamo a conoscenza.
Nel 2021 è stato avviato il progetto Food Design Thinking e realtà virtuale nell’entomofagia.
L’obiettivo era capire come promuovere il cibo a base di insetti tra i giovani, in particolare tra quelli della Generazione Z, di solito più propensi a empatizzare con queste novità. In una prima fase abbiamo condotto una serie di interviste ad esperti del settore: aziende, coltivatori, ma anche associazioni di consumatori e influencer. Un approccio di tipo misto che ha evidenziato le barriere al consumo e come sul tema venga fatta poca comunicazione, per lo più superficiale e strumentalizzata. Da qui l'importanza di una corretta informazione sui vantaggi e i benefici di questo nuovo cibo alternativo per aumentare la conoscenza di questi cibi e la disponibilità a consumare alimenti a base di insetti. Oltre a ciò, le risposte suggerivano anche il ricorso a canali esperienziali come il gaming e la realtà virtuale.
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Da qui, il ricorso alla realtà virtuale. In che modo è stata utilizzata?
Viene utilizzata spesso nelle strategie di marketing relazionate al mondo food: si pensa che in questi casi il consumatore replichi quello che farebbe nella vita reale. Abbiamo fatto visionare agli studenti – con visori di VR - un filmato che spiegava benefici e metodi di coltivazione del cibo a base di insetti. In questa seconda fase del progetto abbiamo coinvolto gli studenti e le studentesse del Bachelor in Economia aziendale e di Leisure Management della SUPSI, ma anche alcuni studenti dell’USI e dell’Università di San Diego. Prima e dopo la visione, abbiamo sottoposto agli studenti lo stesso questionario: i risultati post visione del video mostrano che quando vengono fornite informazioni nutrizionali, sanitarie, ambientali e sugli aspetti positivi degli alimenti a base di insetti c’è un’attitudine molto più positiva nei loro confronti e una maggiore apertura alla possibilità di assaggiarli. Tutto ciò, prima della visione non succedeva. Anzi, gli studenti sembravano riluttanti e scettici all’idea di provare cibo a base di insetti. Non ne conoscevano praticamente nulla di questo mondo.
Quali altre attività ha generato il progetto?
Sono state prodotte diverse pubblicazioni presentate in occasione di conferenze internazionali come l’American Marketing Association Conference a Chicago, la Global Marketing Conference di Seoul o l’International Society for Professional Innovation Management a Copenhagen. Un aspetto rilevante riguarda lo scambio reciproco avvenuto tra formazione base e ricerca: il progetto è infatti servito per sviluppare esperienze in aula; ad esempio, agli studenti è stato chiesto di progettare una campagna di comunicazione mirata per convincere gli adolescenti ticinesi a provare cibo a base di insetti e hanno assistito a testimonianze aziendali come quella portata dalla startup TicinINsect. Naturalmente, sono state organizzate anche delle degustazioni ed è stato infine creato un blog informativo per comunicare i tratti salienti del progetto.
Viene utilizzata spesso nelle strategie di marketing relazionate al mondo food: si pensa che in questi casi il consumatore replichi quello che farebbe nella vita reale. Abbiamo fatto visionare agli studenti – con visori di VR - un filmato che spiegava benefici e metodi di coltivazione del cibo a base di insetti. In questa seconda fase del progetto abbiamo coinvolto gli studenti e le studentesse del Bachelor in Economia aziendale e di Leisure Management della SUPSI, ma anche alcuni studenti dell’USI e dell’Università di San Diego. Prima e dopo la visione, abbiamo sottoposto agli studenti lo stesso questionario: i risultati post visione del video mostrano che quando vengono fornite informazioni nutrizionali, sanitarie, ambientali e sugli aspetti positivi degli alimenti a base di insetti c’è un’attitudine molto più positiva nei loro confronti e una maggiore apertura alla possibilità di assaggiarli. Tutto ciò, prima della visione non succedeva. Anzi, gli studenti sembravano riluttanti e scettici all’idea di provare cibo a base di insetti. Non ne conoscevano praticamente nulla di questo mondo.
Quali altre attività ha generato il progetto?
Sono state prodotte diverse pubblicazioni presentate in occasione di conferenze internazionali come l’American Marketing Association Conference a Chicago, la Global Marketing Conference di Seoul o l’International Society for Professional Innovation Management a Copenhagen. Un aspetto rilevante riguarda lo scambio reciproco avvenuto tra formazione base e ricerca: il progetto è infatti servito per sviluppare esperienze in aula; ad esempio, agli studenti è stato chiesto di progettare una campagna di comunicazione mirata per convincere gli adolescenti ticinesi a provare cibo a base di insetti e hanno assistito a testimonianze aziendali come quella portata dalla startup TicinINsect. Naturalmente, sono state organizzate anche delle degustazioni ed è stato infine creato un blog informativo per comunicare i tratti salienti del progetto.
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Design Thinking e realtà virtuale nell’entomofagia è stato finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS). Il bando di concorso a cui Monica ha partecipato si chiama Spark, che finanzia la sperimentazione di approcci scientifici e idee nuove non convenzionali.
Team di progetto: Monica Mendini, Daina Matise Schubiger.
Scopri di più sul sito del progetto.
Team di progetto: Monica Mendini, Daina Matise Schubiger.
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