Nicoletta Cerini
N.Cerini - Un viaggio nell’affascinante e complesso mondo degli anziani
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Nicoletta Cerini lavoro presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” in qualità di Infermiera e Responsabile RAI (Resident Assessment Istrument); relazionandosi quotidianamente con una popolazione complessa e sempre più in crescita come quella degli anziani, ho deciso di svolgere il DAS Gerontologia e Geriatria per acquisire maggiori competenze da trasferire all’interno dell’équipe di lavoro.
Dove lavora e di cosa si occupa?
Lavoro presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” di Gordevio, un paesino della Vallemaggia. All’interno della struttura lavoro come infermiera e ricopro il ruolo di Responsabile RAI.
Quali motivazioni l’hanno spinta a frequentare il DAS Gerontologia e geriatria?
Ho deciso di frequentare il DAS Gerontologia e Geriatria per crearmi un bagaglio di conoscenze tale da poter diventare una professionista della salute con la P maiuscola. Da quando mi sono laureata ho sempre cercato di partecipare a corsi di aggiornamento/approfondimento per restare sempre in formazione. La medicina e il modo in cui si eroga assistenza sono, infatti, in continua evoluzione e un infermiere ha il diritto e soprattutto il dovere di aggiornarsi. Ho sempre avuto la possibilità di frequentare corsi di durata più o meno breve e quando mi è stata prospettata la possibilità di iscrivermi al DAS ne sono stata ovviamente entusiasta. La mia esperienza alla SUPSI è iniziata con la frequentazione del corso “Accompagnare e vivere con utenti affetti da demenza” che, oltre ad aiutare a pormi molte domande etiche e cliniche, ha suscitato in me il desiderio di approfondire ancora di più questo vastissimo mondo che è la geriatria. Dopo aver conseguito nel 2016 il CAS Cure Palliative ho così deciso di iscrivermi al DAS Gerontologia e Geriatria per acquisire maggiori competenze da trasferire quotidianamente nel mio contesto professionale caratterizzato da una continua relazione con utenti con malattie cronico degenerative quali gli anziani.
Perché è importante una formazione che si rivolge ad una popolazione complessa, come quella degli anziani?
La realtà degli ultimi anni ci sta mettendo sempre più a confronto con una popolazione anziana in crescita e complessa su cui bisognerà rapportarsi nei prossimi anni. Formarsi nell’ambito della gerontologia e geriatria diventerà quindi sempre più importante. Secondo l’Osservatorio svizzero della salute nel 2060 la speranza di vita continuerà a crescere, arrivando ad 89 anni per gli uomini e 93 per le donne, numeri raddoppiati negli ultimi 100 anni. Questo ci fa capire come in qualsiasi area clinica potremo ritrovare anziani e grandi anziani che hanno oltre a tutte le patologie “accumulate” negli anni, anche quelle croniche legate alla vecchiaia.
Quali sono le principali competenze acquisite nel DAS? Quanto appreso in aula come viene trasferito nel suo contesto professionale?
La frequentazione del DAS mi ha consentito in prima battuta di avere una visione a 360° del residente. È come se avessi ricevuto un nuovo paio di occhiali con cui guardare la persona in quanto tale, con la sua storia e la sua unicità, riconfigurando il suo ruolo, accogliendola per quello che è e accompagnandola in quello che sarà, dando qualità alla parte finale della sua vita. Tutto questo senza dimenticare il grande ruolo della famiglia ed in particolare dei caregiver. All’interno del corso ho imparato l’importanza dell’interprofessionalità, a sviluppare progetti volti a migliorare la qualità assistenziale, ad analizzare casi clinici complessi per supportare l’équipe mantenendo sempre saldi i principi etici, ad utilizzare le scale per una valutazione multidimensionale volta non solo ad oggettivare segni e sintomi ma anche a creare assistenza ad hoc e personalizzata per ogni singola persona.
Sono stata accompagnata nel pormi molte domande, ma soprattutto a ricercare le risposte basandomi sulla letteratura scientifica. Questo corso è stato un viaggio, dentro e fuori me stessa. L’ho rappresentato come una salita in montagna dove a volte incontri la nebbia che quasi ti impedisce di proseguire ma poi, se continui e arrivi in cima, la prospettiva che hai davanti è così nitida che puoi vedere paesaggi meravigliosamente inaspettati. Questo è il DAS Gerontologia e Geriatria: guardare, ascoltare ed esserci.
Credo che il ruolo all’interno della mia struttura sia proprio quello di accompagnare i colleghi nel difficile cammino della conoscenza e dell’assistenza alla persona anziana che è avvolta da un corpo fragile e complesso che ancora, per alcuni aspetti, resta misterioso e a volte poco considerato; è fondamentale quindi portare l’équipe a guardare non solo il sentiero che si sta percorrendo ma anche tutto il resto che ci circonda.
A chi consiglierebbe, e perché, questo percorso di formazione?
Consiglierei questo percorso a tutti i professionisti sociosanitari perché consente di allargare gli orizzonti, non fermandosi alle prime evidenze, ma interrogandosi continuamente sui motivi per il quale si verificano determinati eventi.