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Giovanni Merlini, in genere si traccia un primo bilancio a 100 giorni dall’entrata in carica. Lei ha accumulato qualche settimana di esperienza in più. Cominciamo dunque da quello che sono stati questi 100 e più giorni da Presidente. Come sta andando?
"Il mio apprendistato è iniziato bene ed è proseguito ancora meglio, al galoppo direi, anche grazie alla grande disponibilità del Direttore generale, Franco Gervasoni, che ogni lunedì mattina alle 07:30 si è presentato nel mio ufficio per introdurmi in questa organizzazione. Questi momenti hanno permesso che i ritmi di presa di conoscenza fossero più veloci".
Cosa l’ha colpita finora della SUPSI?
"Dai primi incontri che ho avuto con la direzione generale, con il segretariato, con alcuni professori che ho avuto la possibilità di conoscere e anche con alcuni studenti, posso dire di aver trovato un clima di grande motivazione e di grande efficienza. Naturalmente, come tutte le grandi organizzazioni, ci sono anche delle fragilità e delle criticità. È normale che sia così e siamo qui anche per superarle. Ciò detto, la SUPSI è un’organizzazione affascinante che mi ha impressionato per il suo livello di qualità".
Su quali aspetti intende insistere in questa prima fase del suo mandato?
"Il mio primo impegno è stato di entrare immediatamente nel vivo del negoziato per il rinnovo del contratto di prestazione quadriennale, per il periodo 2025-2028. Abbiamo già avuto contatti con il nostro interlocutore principale, il Cantone e la direzione del DECS, così come con la Commissione di controllo su USI e SUPSI del Gran Consiglio. Ai Deputati abbiamo esposto alcune procedure interne e illustrato le sfide finanziarie ed economiche che attendono la SUPSI nei prossimi anni. Di certo le sfide non mancano: pensiamo al rinnovo del Contratto collettivo di lavoro, all’implementazione della nuova strategia, allo Switzerland Innovation Park Ticino, senza dimenticare il futuro Campus SUPSI alla stazione di Lugano".
Non abbiamo la sfera di cristallo, ma proiettandoci avanti nel tempo di un quadriennio come vede la SUPSI?
"La sfida principale sarà sempre quella di trovare un equilibrio virtuoso tra le esigenze della crescita e quelle del consolidamento. Raggiungere questo equilibrio non è facile, perché non si cresce tanto per crescere, piuttosto per rispondere ai bisogni del territorio e delle nostre imprese, che domandano la nostra collaborazione, la nostra presenza e il nostro aiuto. La partita si gioca anche nel campo del trasferimento delle conoscenze e delle competenze. La vera sfida sarà proprio rispondere a queste aspettative in un contesto tendenzialmente difficile per la situazione finanziaria e i condizionamenti esterni. Ma ce la faremo perché abbiamo le qualità per potercela fare".