Mélanie Turano e Anna Duca
M. Turano - A. Duca - Unicità - un progetto didattico diventato realtà
SUPSI Image Focus
"UNICITÀ" è il nome del concetto visivo sviluppato da Mélanie Turano e Anna Duca che sarà al centro delle campagne promozionali dei corsi Bachelor e Master SUPSI per il periodo 2023-2025. È stato selezionato tra altre nove proposte nell'ambito di un processo partecipativo e didattico che ha coinvolto venti studenti e studentesse del Bachelor in Comunicazione visiva nel semestre primaverile 2022/2023.
Innanzitutto, complimenti. Che effetto fa vedere sui cartelloni delle stazioni e delle fermate del bus, ma anche su canali digitali e tradizionali, il risultato del proprio lavoro?
AD: è sicuramente una grandissima soddisfazione! Sinceramente, all’inizio del progetto, non avevo nemmeno preventivato la possibilità che il nostro potesse essere quello vincitore, ma, dopo tutto il percorso, sono davvero contenta sia andata così. I vari sforzi – prove, tentativi, ripensamenti – sono stati pienamente ripagati da questo risultato.
MT: Grazie! Siamo molto contente che il nostro progetto sia stato scelto e vederlo sul territorio è una grande emozione. Ci abbiamo messo tanto impegno e pensare che le persone possano fruirlo è molto soddisfacente. Siamo consapevoli che il risultato del nostro progetto rappresenta un’istituzione come la SUPSI e che è ciò che spinge i giovani ad iscriversi ai corsi Bachelor e Master, di questo sono molto fiera.
SUPSI Image Focus
In quanto scuola universitaria professionale, la SUPSI è attenta alla componente pratica della formazione, un messaggio spesso sottolineato nelle campagne promozionali. Quali indicazioni vi sono state date all’inizio? Cosa vi ha orientate nella scelta del nome e del soggetto visivo?
MT: Il briefing iniziale con la committenza richiedeva che il binomio teoria-pratica, che caratterizza tutti corsi SUPSI, fosse messo in risalto. Di fatto è un tratto che distingue la SUPSI dai suoi competitors, e visto che lo scopo era rappresentare una caratteristica unica della SUPSI, il nome “Unicità” è arrivato quasi in modo logico. L’aspetto più complesso, in realtà, è stato trovare una traduzione visiva ideale, ma una volta trovata la metafora per rappresentare l’idea, anche la traduzione è arrivata di conseguenza. Il briefing iniziale è stato molto esaustivo e altrettanto fondamentale è stato avere un riscontro periodico dalla committenza man mano che il progetto avanzava, che ha saputo guidarci verso la strada giusta.
AD: All’inizio ci sono state date una serie di indicazioni su cui basarci, che da una parte ci ha posto dei limiti, ma dall’altra ci ha fornito delle linee guida. Tutta l’elaborazione del progetto è legata alle indicazioni preliminari ricevute e alla volontà di non distaccarsi dall’attuale identità visiva della SUPSI. In fondo, ci veniva richiesto di rielaborare la campagna promozionale dell’apertura delle iscrizioni in maniera creativa ed accattivante, mantenendo le caratteristiche identitarie dell’istituzione. Il nome e il soggetto visivo in particolare sono stati decisi solo dopo una complessa parte di brainstorming proprio relativa al messaggio che la campagna voleva lanciare, ossia evidenziare il binomio teoria e pratica.
SUPSI Image Focus
Durante il processo di progettazione capita di avere un'idea iniziale che poi richiede adattamenti nelle fasi successive. È stato così anche per voi? Cosa avete imparato da questa esperienza?
AD: Il processo è stato poco lineare, caratterizzato da decisioni prese e confermate e altre poi rivalutate o abbandonate. I feedback ricevuti - sia da parte dei docenti che della committenza – sono stati di grande aiuto perché solo grazie ai diversi punti di vista abbiamo potuto raggiungere una prima versione definitiva, poi comunque rivista durante lo stage svolto durante l’estate presso il Servizio comunicazione istituzionale. Questo tipo di esperienza è molto appagante e completa: ci ha permesso di lanciarci nel mondo del lavoro, in un ambiente ancora protetto come quello della scuola. Credo davvero che sia stata per tutti – compagni di classe compresi – un’utilissima pratica progettuale.
MT: Sì, è stato così anche per noi. Il processo di progettazione è stato lungo, ha richiesto diversi mesi in cui sono state fatte tante prove e sperimentazioni. Ci sono stati momenti di stallo e momenti in cui abbiamo dovuto fare dei passi indietro. Abbiamo fatto dei sacrifici, abbandonando l’idea di usare alcuni aspetti grafici a cui eravamo affezionate per rispettare il più possibile l’identità SUPSI. Questa è una lezione che ho imparato: ho capito che sacrificare alcune scelte grafiche alle quali siamo affezionati è un arricchimento e non una perdita. Questa esperienza mi ha arricchito come designer.
Quali pensate siano stati i vantaggi per voi, in quanto studentesse, nel prendere parte a questo progetto partecipativo? E quali invece sono stati i vantaggi per la SUPSI nel coinvolgere gli studenti e le studentesse?
MT e AD: il vantaggio principale è stato capire concretamente come funziona la nostra professione in un contesto reale, e questo anche grazie allo stage presso il Servizio comunicazione istituzionale. Per la prima volta abbiamo lavorato su un progetto con una committenza, quindi un cliente con bisogni e richieste reali. Quando saremo nel mondo del lavoro, ci ricorderemo con piacere di questo progetto e di tutto ciò che abbiamo imparato. Grazie a pratiche progettuali partecipative come queste la SUPSI può invece avvicinarsi agli studenti e capire quali sono le loro qualità come individui, dando loro modo di dimostrare quanto appreso durante la formazione. Inoltre, può porsi nei confronti degli studenti non solo come istituzione, ma anche come luogo di scambio dove incontrare figure professionali diverse.