Camilla Colazzo
C. Colazzo - Uno sguardo oltre la malattia
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Camilla lavora presso il Centro Diurno Terapeutico della Croce Rossa a Manno; ha conseguito nel 2023 il DAS Infermiere di famiglia e di comunità.
Dove lavora e di cosa si occupa?
Lavoro presso il Centro Diurno Terapeutico (CDT) della Croce Rossa a Manno. Inizialmente sono stata assunta come Infermiera, successivamente mi è stato proposto di acquisire il DAS in Infermiere di famiglia e di comunità, anche in risposta alle sfide e alle opportunità legate al Progetto Pilota Cantonale per i Centri Diurni Terapeutici e alla Strategia cantonale sulle demenze.
Oggi oltre ad occuparmi delle attività infermieristiche quotidiane previste nel centro diurno, ho sviluppato le relazioni interprofessionali con le varie figure presenti sul territorio quale referente per i pazienti, oltre essere l’interfaccia tra Centro Diurno Terapeutico e Familiari Curanti.
Da un anno collaboro fortemente con la figura dell’Assistente Sociale Pro Senectue per garantire tutto il sostegno che la rete territoriale possa offrire a casi delicati e complessi che si presentano e si annunciano per la presa a carico da parte del CDT.
Quali motivazioni l’hanno spinta a frequentare il DAS Infermiere di famiglia e di comunità?
Sin dall’inizio della mia esperienza professionale presso il CDT sono sempre stata coinvolta nello sviluppo del Progetto Pilota Cantonale che aveva tra gli obiettivi la creazione di una relazione con i familiari curanti per sostenerli nella presa a carico dei lori congiunti.
L’avvento del Covid-19 nel marzo 2020, e la conseguente chiusura verso l’esterno del CDT, ha convinto i responsabili del CDT dell’esigenza di creare una figura che potesse interfacciarsi efficacemente con l’esterno e che desse continuità al lavoro instaurato e creato negli anni precedenti con i Caregiver.
La frequentazione del DAS mi ha così permesso di acquisire nuove competenze, ampliare le conoscenze dei servizi territoriali, del lavoro con le famiglie al fine di offrire un servizio professionale e specializzato al territorio.
Come descriverebbe l’esperienza vissuta frequentando il DAS?
Durante il percorso di studi ho avuto modo di conoscere nuovi punti di vista in base alle figure professionali che frequentavano il corso; sono inoltre stata piacevolmente sorpresa dalla varietà di testimonianze ma anche argomenti trattati che hanno arricchito il programma offerto dalle docenti.
Non sono mancati momenti di riflessione e siamo stati sollecitati ad effettuare della ricerca per motivare e comprendere le nozioni acquisite durante le lezioni attraverso la consultazione di banche dati e siti autorevoli.
Quali sono le principali competenze acquisite? Quanto appreso in aula come viene trasferito nel suo contesto professionale?
Una delle principali competenze acquisite, forse anche a causa del contesto in cui mi trovo a lavorare, è relativa alla collaborazione e interazione con le figure presenti sul territorio. La conoscenza di quello che il Canton Ticino offre, e l’apertura a collaborare con altre figure presenti sul territorio, garantisce una continuità di cura e presa a carico che migliora la qualità assistenziale in condizioni di malattie cronico degenerative.
Questa formazione mi ha permesso di interiorizzare e di riconoscere un particolare momento nella vita dell’utente ma anche del suo o dei suoi familiari. Mi riferisco alle transizioni, considerando sia il processo di cambiamento della patologia, ma anche della presa a carico da parte della rete assistenziale.
Questo DAS mi ha consentito di andare oltre la malattia dell’utente frequentante il Centro e di vedere anche il contesto di vita di questa persona, le relazioni sociali e familiari che essa detiene, lavorando per migliore lo stile di vita suo e del nucleo relazionale in cui si colloca considerando anche figure non familiari (pensiamo alle badanti).
A chi consiglierebbe, e perché, questo percorso di formazione?
Questa formazione è strategica per tutti quegli operatori che si interfacciano con il paziente in condizioni croniche che vivono al domicilio migliorandone la continuità delle cure, la creazione di progetti legati al benessere, alla prevenzione ed alla collaborazione volta a sgravare il caregiver e ad aumentare la comunicazione degli attori presenti.
Principalmente mi riferisco ad infermieri di cure a domicilio, infermieri operanti in uffici dei vari distretti cantonali, nei Centri Diurni sia socio-assistenziali che terapeutici. Anche gli infermieri che lavorano all’interno degli ambulatori possono trarre beneficio da questa formazione in quanto si interfacciano con l’utenza che risiede al domicilio ma che ha bisogno di cure integrate e di miglioramento dello stile di vita.
Grazie a questa formazione aumenta la soddisfazione dell’operato, in un contesto in continua evoluzione e miglioramento, poiché in possesso delle competenze necessarie per poter operare in condizioni ottimali.