Samuele Beretta
S.Beretta- Co-costruire interventi ponendo al centro la persona
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Samuele Beretta lavora presso l’Autorità Regionale di Protezione 3 (ARP3) a Lugano; sta attualmente frequentato il CAS Case Management per rafforzare le competenze in termini di gestione della situazione e di collaborazione interprofessionale.
Quali motivazioni l’hanno spinta a frequentare il CAS Case Management?
Nel 2020 ho conseguito il Bachelor in Lavoro sociale con indirizzo assistente sociale e sempre nel medesimo anno ho iniziato la mia attività professionale presso l’Autorità Regionale di Protezione di Lugano (ARP) dove tutt’ora lavoro a tempo pieno.
In questi anni mi sono spesso imbattuto in situazioni di lavoro complesse che hanno comportato la necessità di confrontarmi con delle équipe di lavoro e delle reti professionali multidisciplinari; in altre situazioni mi è capitato invece di dover costituire, talvolta nell’urgenza, delle reti di lavoro in situazioni prive di supporti territoriali.
Una delle sfide più affascinanti e a tratti dispendiose del mio lavoro è certamente quella di favorire la collaborazione tra i professionisti dei diversi settori, sia internamente all’Autorità che si compone di un collegio multidisciplinare, sia esternamente dove si confrontano professionisti provenienti da diversi settori specialistici.
Con l’obiettivo di rafforzare le mie competenze in termini di gestione della situazione e di collaborazione interprofessionale ho identificato nel CAS Case Management un interessante possibilità di crescita professionale.
Come descriverebbe l’esperienza vissuta frequentando il CAS?
Reputo quella del CAS Case Management un’esperienza multidisciplinare che permette di acquisire competenze anche in ambiti che non sono forzatamente quelli di appartenenza e di specializzazione. La grande eterogeneità professionale dei partecipanti al corso permette di osservare i limiti del proprio intervento e dimostra una volta di più come l’approccio alla situazione debba essere individualizzato e debba integrare diverse discipline.
L’esperienza proposta risulta certamente arricchente in termini professionali e individuali a condizione di essere disposti a mettersi in gioco considerando noi stessi non come unica soluzione ma come parte di un sistema assai più articolato.
Come pensa di integrare nella sua pratica professionale le competenze acquisite frequentando il CAS?
Il lavoro dell’ARP impone l’utilizzo di un approccio sistemico che permetta di osservare, valutare e determinarsi in situazioni di vita di persone e di famiglie spesso molto intricate che implicano dunque una risposta quanto più completa che tenga conto di tutti gli aspetti in gioco e di come questi interagiscono tra loro. L’ARP non sempre può disporre al proprio interno di tutte le risorse utili a comprendere fino in fondo la situazione per poi proporre o decretare un intervento in sostegno o a protezione. In queste situazioni è necessario chiedere l’intervento di servizi e professionisti pubblici e privati del territorio con i quali si impone sovente la necessità di un coordinamento.
Attraverso il CAS Case Management è possibile apprendere strumenti e rafforzare competenze utili a sviluppare una funziona organizzativa mirata anche alla creazione di sinergie tra diverse figure professionali e private attraverso le quali riuscire finalmente co-costruire un intervento finalizzato alla promozione di una risposta che tenga conto dell’interazione della dimensione sociale con quella della salute in termini biologici e psicologici.