Fabio Crugnola
F. Crugnola - Enschede: un’esperienza arricchente!
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Fabio studia Ingegneria informatica presso il Dipartimento tecnologie innovative (DTI) ed è al secondo anno. Durante il semestre primaverile 2021/2022, ha effettuato un periodo di scambio a Enschede (Olanda), presso la “Saxion University Of Applied Sciences”.
Com’è nato l’interesse per un periodo di mobilità?
Al momento dell’iscrizione ci parlarono della possibilità di svolgere dei semestri in un'altra istituzione. Viaggio dall’età di 14 anni, e l’occasione di poterlo fare studiando mi è sembrata fin da subito grandiosa.
Come ti sei mosso per l’organizzazione?
L’offerta dell’International Office è variegata e consente a tutti di trovare un programma di studio di interesse. La flessibilità nell’equivalenza dei corsi gioca inoltre un ruolo importantissimo: mi ha permesso di scegliere insieme al mio coordinatore una soluzione veramente interessante che non avrei trovato restando a Lugano.
Com’è stato l’impatto il luogo della tua mobilità?
Enschede, al confine tra Olanda e Germania, conta circa 160’000 persone. Ovunque è possibile esprimersi in inglese e le biciclette sono uno dei modi più efficaci per muoversi.
Vi sono tanti parchi e molta vita notturna, con club, discoteche e gli immancabili pub che propongono birra locale. Le dimensioni contenute dell’Olanda mi hanno permesso di viaggiare in tutto il paese con estrema semplicità. Vi sono attrazioni per tutti, ma è necessario abituarsi al tempo imprevedibile e ignorare completamente le previsioni meteo (che penso non ne abbiano mai azzeccata una durante tutto il mio soggiorno).
Parlaci dell’università…
La Saxion Hogeschool è una delle due scuole universitarie di Enschede: essenziali nella vita della città, le conferiscono un sapore tutto internazionale.
L’accoglienza riservata agli studenti stranieri è stata molto calorosa nonostante la pandemia. Ho alloggiato in un gigantesco complesso di studenti internazionali, vivendo insieme ad altri 8 studenti provenienti da Polonia, Italia, Sud Africa, Oman e altri paesi: un aspetto centrale della mia esperienza che mi ha permesso di sviluppare una maggiore coscienza europea ed internazionale, oltre che di migliorare il mio inglese un po’ arrugginito.
La Saxion è simile alla SUPSI, con un approccio mirato alla pratica, anche se con differenze sostanziali. Molta autonomia è lasciata agli studenti: la frequenza non è obbligatoria e le ore di lezione sono dedicate esclusivamente a chiarimenti con i docenti e alle attività di pratica. Ho speso molto tempo negli attrezzatissimi laboratori che svolgevamo a piccoli gruppi, e l’accesso alla strumentazione e ai materiali era molto flessibile, imparando ogni giorno cose nuove. Il contatto con i docenti era molto personale, anche se non mi sono mai abituato a chiamarli per nome come facevano i miei colleghi olandesi!
Che cosa ti rimarrà particolarmente impresso?
Il mio programma di scambio aveva un focus su “Smart Embedded Systems”. Sono estremamente soddisfatto: alla fine del periodo siamo riusciti a consegnare un prodotto funzionante e finito. Non avevo mai avuto l’opportunità di sviluppare un dispositivo elettronico da zero, in hardware e software!
Ho apprezzato inoltre fortemente l’accoglienza, lo scambio culturale con la gente del posto, ecc. Dal canto loro, i docenti hanno apprezzato molto la mia preparazione: per questo sono grato alla SUPSI che ho rappresentato con molto orgoglio.
Consiglieresti ad altri questa esperienza?
La suggerisco fortemente, soprattutto a chi è in cerca di indipendenza, vuole costruire un programma di studio diverso e vuole incontrare persone provenienti da ogni angolo del mondo. Non serve essere coraggiosi, ma bisogna essere aperti mentalmente e approcciare sempre tutto con positività.