Francesca Mangili
F. Mangili - Favorire la partecipazione studentesca
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In quanto studenti e studentesse essere co-attori e co-attrici della propria formazione è importante. Esprimere opinioni e suggerimenti sugli aspetti del corso di laurea che si segue promuove un senso di responsabilità e stimola a essere più motivati/e nei percorsi di apprendimento. Nell’ottica del miglioramento continuo della partecipazione studentesca all’interno della formazione di base, nel 2021 è stato avviato un progetto pilota che ha coinvolto studenti e studentesse del primo anno di quattro percorsi Bachelor. Lo scopo era valorizzare le pratiche esistenti, sperimentare nuove misure coinvolgendo le persone interessate, e con loro discuterne l’efficacia prima di implementarle gradualmente negli altri corsi di studio. In questo contesto, un’iniziativa che ha coinvolto il corpo studentesco è quella del feedback intermedio che si sta ora diffondendo in tutti i Dipartimenti. Tra i quattro corsi di laurea che hanno preso parte al progetto pilota c’era anche il Bachelor in Data Science e Artificial Intelligence dove la docente-ricercatrice Francesca Mangili insegna Probabilità e statistica applicata. Con lei abbiamo parlato di questa esperienza di partecipazione studentesca e dei risultati che ne sono emersi.
Nel progetto pilota a cui ha partecipato, l’introduzione del feedback intermedio era tra le misure prese per favorire la partecipazione studentesca. Ci può dire di cosa si tratta?
Il feedback intermedio è un momento di scambio tra docenti e studenti di un modulo che avviene circa a metà semestre. Lo scopo è capire come il modulo, o il corso, è percepito dagli studenti e se ci sono degli aspetti che possono essere migliorati per favorire l’apprendimento. Può essere implementato in vari modi: ad esempio con un questionario cartaceo o online, o con un dialogo diretto tra le parti.
Il primo anno ho combinato entrambe le modalità per ottenere una condivisione più approfondita. Si trattava di un corso relativamente nuovo, ed era appena stata introdotta la modalità didattica ibrida, con una parte delle lezioni in presenza e una parte online. Sentivo quindi che c’erano diversi aspetti da considerare e su cui confrontarsi. Ho quindi chiesto agli studenti di valutare, attraverso un questionario online, l’utilità delle diverse attività proposte (come lezioni frontali, esercitazioni, quiz, laboratori, ecc.) del materiale fornito (libri, slides, ecc.) e di riflettere sulle loro difficoltà e su cosa avrebbe potuto aiutarli a superarle. Ho restituito i risultati del feedback in modo anonimo, chiedendo agli studenti di leggerli e discuterne in gruppo, per poi restituirmi i riscontri nella forma START/STOP/CONTINUE, cioè concentrandosi su cosa sarebbe stato utile introdurre (START), cosa suggerivano di togliere (STOP) e cosa andava portato avanti, eventualmente migliorandolo (CONTINUE). Ho poi riflettuto sulle loro proposte e valutato quali e come potevano essere accolte, per poi discuterne assieme in aula.
Dai riscontri degli studenti e delle studentesse sono poi emersi dei suggerimenti che sono stati effettivamente implementati? Quali aspetti della formazione riguardano?
I principali cambiamenti a seguito del feedback sono stati introdotti già nel corso dello stesso semestre. Il fatto di averne discusso in gruppo ha reso i suggerimenti più specifici e chiari di quanto espresso nei riscontri individuali. Ricordo, ad esempio, che in un primo momento le lezioni teoriche erano previste online e le esercitazioni in presenza, mentre gli studenti erano tutti abbastanza concordi nel ritenere che fosse più facile capire la teoria in presenza e fare esercizi a distanza.
Altre modifiche riguardano per esempio la scelta del libro di testo, o le modalità di svolgimento di alcune esercitazioni Moodle che proponevo come ripasso a inizio lezione che sono stati trasformati in compiti a casa, avendo gli studenti espresso la necessità di avere più tempo a disposizione per risolverle prima della discussione in aula.
In ottica futura vede altre modalità con cui incoraggiare la partecipazione studentesca per lo sviluppo della qualità della formazione?
Alla base ci devono essere le condizioni per un confronto sereno e costante tra studenti e docenti. Il feedback intermedio è uno strumento utile sia per dare la parola a chi preferisce non esprimersi direttamente con il docente, sia perché chiede agli studenti di riflettere in modo approfondito sulla loro esperienza di apprendimento. Un’altra modalità utile di confronto, non focalizzata però sul singolo corso, è stata proposta in uno dei seminari sull’innovazione didattica del Dipartimento tecnologie innovative. Alcuni studenti del secondo e terzo anno sono stati invitati a esporre la loro opinione su alcuni metodi didattici sperimentati nei corsi che avevano seguito (ad esempio, l’uso di quiz interattivi come Mentimeter o di progetti competitivi tra studenti). Durante il seminario ci siamo divisi in gruppi: alcuni studenti hanno raccontato come avevano vissuto quelle esperienze di studio, perché erano o non erano state apprezzate e come avrebbero potuto essere migliorate. L’ho trovato utile per diversi motivi, tra cui il fatto che gli studenti coinvolti, essendo giunti quasi alla fine del bachelor, avevano la visione di insieme necessaria per confrontare corsi, metodi ed esperienze. Questa consapevolezza rispetto alla loro esperienza è stata preziosa per noi docenti: un confronto di questo tipo ci permette di conoscere l’opinione degli studenti anche su modalità di insegnamento diverse da quelle che siamo abituati a usare, potendone trarre ispirazione. Inoltre, in questa modalità di feedback, gli studenti si sentano più liberi di esprimersi, perché le loro opinioni non riguardano necessariamente uno specifico corso o docente.