Benedetta Armocida
B. Armocida - Sanità pubblica e popolazione migrante
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Benedetta è primo ricercatore presso l'Istituto Superiore di Sanità (ISS); all’interno del CAS Salute e migrazione è relatrice esterna del modulo 3 “I bisogni sanitari e alcune possibili risposte”.
Di cosa si occupa a livello professionale e quale ruolo ha all’interno del "CAS Salute e migrazione: una sfida interprofessionale"?
Sono una professionista di sanità pubblica che lavora come primo ricercatore presso il Dipartimento di malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e dell'invecchiamento dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Medico di formazione, attualmente sono dottoranda in Salute globale presso l'Università di Ginevra. Sono membro dell'Italian Global Burden of Disease Initiative, della Lancet Commission on Gender Based Violence and Maltreatment of Young People (Italian Case study), del Lancet Migration European Hub e del Research Group on Global Noncommunicable Diseases dell'Università di Ginevra. I miei interessi di ricerca sono la prevenzione e la gestione delle malattie croniche non trasmissibili, la salute degli adolescenti, la salute dei migranti, la violenza di genere, le politiche sanitarie e il rafforzamento dei sistemi. All’interno del CAS Salute e migrazione sarò relatrice per del Modulo 3 “I bisogni sanitari e alcune possibili risposte”.
Quali argomenti svilupperà all’interno del CAS?
Approfondirò il carico delle malattie croniche non trasmissibili nella popolazione migrante, identificando azioni di sanità pubblica per la prevenzione ed il management di queste patologie tra i migranti. Inoltre, tratterò anche della salute delle donne, dei minori e della popolazione anziana nel processo migratorio.
Quale messaggio vorrebbe lasciare alle persone che parteciperanno alla formazione?
Solo attraverso la conoscenza dei bisogni sanitari delle popolazioni vulnerabili, si possono indirizzare misure di sanità pubblica e globale che possano migliorare le loro condizioni di salute e la loro qualità di vita. È importante ricordare che non può esistere una sanità pubblica senza l’inclusione della popolazione migrante.