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Immagine: ©CISA, 2024
Per una settimana, da lunedì 11 a venerdì 15 marzo 2024, Antonella, Alan, Chiara, Elena, Enrique, Giacomo, Giada, Giorgia, Giulia, Leslie, Letizia, Marco, Matteo, Nancy e Natan, al 2° e al 3° anno del Bachelor in Architettura d’interni della SUPSI-Dipartimento ambiente costruzioni e design, hanno partecipato a un workshop negli spazi del PalaCinema di Locarno.
Marco Poloni, Direttore del CISA-Conservatorio internazionale scienze audiovisive, li ha condotti alla scoperta del suono che può emettere la materia, avvicinandosi all’universo del sound design.
Se stimolati precisamente, certi materiali entrano in risonanza emettendo dei suoni interessanti.
A una lamiera in alluminio, una buca delle lettere, una lastra di rame, il tubo di una grondaia e altri tubi sono stati attaccati dei piccoli eccitatori sonici così da metterli in uno stato vibratorio. A questo punto entrano in gioco la progettazione, la creatività, la sensibilità nell’esprimere appieno il potenziale sonoro dei materiali e degli oggetti, che vibrano diversamente anche a seconda del punto di ancoraggio.
Un lavoro di composizione, insomma, in cui le studentesse e gli studenti hanno stimolato i materiali e gli oggetti come dei direttori d’orchestra, giocando con le frequenze e dando vita a un brano musicale di una decina di minuti. Una sorta di furniture music dove il tubo della grondaia, con le sue frequenze bassissime, ricordava un organo; un altro tubo di alluminio partiva da frequenze basse e arrivava a frequenze alte, suonando come un flauto; una lamiera in alluminio forata, invece, pulsava ed emetteva un suono che ricordava quello del gong. I materiali, diventati strumenti, sono stati collocati fra divani, poltrone e tappeti per dare vita a un salotto, nello stato di disordine che precede un trasloco, in cui potersi accomodare per ascoltare e guardare. Uno spazio pensato e allestito perché potesse accogliere i suoni e amplificarli.
Il workshop con il CISA, alla sua prima edizione, ha abbracciato aspetti più storici legati alla sperimentazione musicale a partire dagli anni Cinquanta, aspetti astratti legati alla teoria della musica e tecnici legati all’elettronica, per arrivare fino alla vocazione squisitamente poetica della creazione di un ambiente sonoro e visivo.
Un ringraziamento a Henrik Maasz e Minotti Svizzera per avere messo a disposizione i mobili con cui è stato allestito il salotto.
Un pensiero ad Antonella da tutti noi.